Cambiamenti nel privato sociale durante il Lock Down

Cambiamenti nel privato sociale durante il Lock Down

SITD CORSO FAD 2020


L’EFFICACIA DELLA RELAZIONE

“Come è cambiata l’attività terapeutica nel privato sociale”

di Isabella Guidi Federzoni
CoPresidente ACTA Lazio Associazione Comunità Terapeutiche Accreditate


A fine febbraio 2020, prima dei DPCM di marzo, i responsabili delle comunità ACTA si trovano a dover prendere la decisione difficile:

LA CHIUSURA di ogni accesso all’esterno e ogni uscita per gli utenti e le loro famiglie

Stava iniziando un cambiamento di cui si intuiva la grande portata: era necessario modificare velocemente

  • la modalità degli interventi terapeutici,
  • le presenze sul campo dei nostri operatori
  • Il focus su un aspetto che all’esterno era in qualche modo inibito, mentre nelle comunità diventava necessario, la relazione

DECRETI E ORDINANZE

Successivamente arrivano i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 04 e 08.03.2020, e l’ Ordinanza del Presidente della Regione Lazio n.Z00003 del 06/03/2020

  • punto 19 alle strutture territoriali pubbliche e private autorizzate e accreditate che erogano prestazioni sanitarie e sociosanitarie, ovvero socioassistenziali che erogano prestazioni in regime residenziale, semiresidenziale ed ambulatoriale e domiciliare di proseguire la loro attività, nel rispetto delle misure precauzionali di contenimento del rischio, al fine di garantire ai pazienti la continuità dell’ assistenza nelle condizioni di massima sicurezza ed al personale di operare al minor livello di rischio possibile, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legge n.9 del 02 marzo 2020 e dal DPCM 4 marzo 2020

LE SCELTE OPERATIVE DELLE COMUNITA’ SONO STATE IN GRANDI LINEE LE STESSE

  • Bloccate le verifiche degli utenti al di fuori della struttura
  • Bloccati gli ingressi di persone esclusi gli operatori, il personale medico e le forze dell’ordine. quindi nessun famigliare e gli stessi utenti in verifica costretti a non rientrare
  • Divieto di abbracci, strette di mano, distanziamento di un metro
  • Interventi di gruppo bloccati o gestiti in spazi tanto ampi da garantire il distanziamento, o all’aperto
  • Mascherine e guanti per gli operatori
  • Riduzione al minimo degli operatori presenti nelle strutture
  • Interventi in remoto con gli utenti rimasti a casa in via di reinserimento
  • Colloqui in remoto per la valutazione di nuovi ingressi
  • Riunioni di èquipe anche con operatori in remoto

LE DIFFICOLTA’

PAURA ANSIA E FRUSTRAZIONE

Nel primo periodo il rischio maggiore è stato la difficoltà di aiutare gli ospiti dei nostri centri a gestire la frustrazione del contenimento forzato. Questo avrebbe potuto portare all’autosabotaggio del progetto riabilitativo, con pericoloso drop out

Dal contatto umano, la motivazione comune, la relazione al distanziamento

LE SOLUZIONI

Il paradosso della RELAZIONE

L’obiettivo comune educativo, terapeutico, riabilitativo resta lo stesso: andare nella stessa direzione

Ogni comunità ha aumentato i contatti telefonici e in videochiamata tra gli ospiti e i loro famigliari/figure di riferimento

L’utilizzo del lavoro in REMOTO

Il lavoro in remoto è stato utilizzato dalla quasi totalità delle comunità per ridurre la presenza degli operatori sul campo, e per mantenere una continuità di relazione

  • Colloqui terapeutici di psicologi e psicoterapeuti
  • Consulenze psichiatriche
  • Colloqui con le persone che richiedevano di essere inserite nel trattamento
  • Colloqui con gli utenti dei centri semiresidenziali o in fase di reinserimento o in verifica rimasti in famiglia
  • Gruppi di auto aiuto con le associazioni esterne (per qualche struttura)
  • Riunioni di equipe
  • Rapporti con i colleghi dei Serd

La fiducia e l’affidamento

Rendere gli ospiti partecipi e responsabili

Il contatto continuo con gli operatori, senza cambiare radicalmente nel contenuto e spesso nella forma gli interventi educativi e terapeutici, ha rinforzato gli aspetti di responsabilità

  • Visione dei telegiornali e commento insieme agli operatori
  • Counseling sanitario condotto dagli operatori che erano a loro volta stati formati attraverso le video lezioni dell’ISS
  • Interventi terapeutici ed educativi sono stati mantenuti ove possibile, riadattandosi alla necessità del distanziamento. Utilizzati molto gli spazi aperti
  • Attività espressive e creative per rafforzare la coesione del gruppo utenti. Cineforum giornalini, video, manufatti

IL LAVORO DELL’EQUIPE

La difficoltà del cambiamento rapido degli aspetti organizzativi

La responsabilità rispetto alla sicurezza propria e degli utenti

  • Modalità condivisa delle scelte lavorative, lavorando in squadra tra operatori dell’equipe stessa dove sono stati vissuti aspetti emotivi, riflessioni e scelte operative
  • Scambio continuo di informazioni e condivisione degli aspetti organizzativi tra i responsabili delle Comunità ACTA Lazio
  • Rapporto di collaborazione con i Serd, con contatti telefonici e in remoto

RIFLESSIONI

L’efficacia dell’intervento educativo e terapeutico comunitario

Risvolti inaspettati Utenti con maggiori difficoltà psicologiche e psicopatologiche si sono più facilmente compattati e adattati. L’utilizzo di terapia farmacologica è rimasto pressoché invariato.

Si è ridotta la divaricazione tra utenti in libertà e utenti in alternativa alla detenzione. La chiusura forzata ha consentito un’esperienza di condivisione rendendo la detenzione meno pesante e la possibilità di intuirne le conseguenze emotive

Le difficoltà maggiori

A giugno, mentre nel resto della nazione si aprivano le possibilità di incontro tra le persone, per gli utenti rimanevano le restrizioni rispetto alle verifiche e alle visite dei famigliari

Il precedente lavoro sulla fiducia è stato fondamentale per accettare di poter vedere le famiglie solo poche ore e all’interno della struttura, con mascherine, misurazione della tempreratura, stesura di verbale, distanziamento e la presenza di un operatore.

Attualmente, dopo la pubblicazione del Piano Territoriale della Regione Lazio Azioni di Fase IV, si sono attivati lentamente i nuovi ingressi con presa in carico residenziale in collaborazione con i Serd: tampone negativo e isolamento in luoghi strutturati per questo.

Per le strutture semiresidenziali ci si sta organizzando con DPI, ingressi contingentati, lavoro in remoto e distanziamento, riduzione dei giorni e degli orari di permanenza

Questo ha portato anche a un riadattamento strutturale degli spazi ove possibile, proprio per permettere i percorsi separati e la distanza di sicurezza

CONCLUSIONI

Drop out limitato a una decina di casi in tutte le comunità

Tamponi positivi utenti – Tamponi positivi operatori 0

La resilienza, la velocità e la flessibilità degli operatori e utenti ha dimostrato quanto si possa ottenere con l’intervento comunitario del privato sociale, basato sulla relazione con l’utenza e tra l’utenza, facilitato e reso possibile dagli aspetti umani, educativi e terapeutici messi in atto

Riportiamo le conclusioni del Dep Lazio (Dipartimento di Epidemologia della Regione Lazio)

Indagine di impatto del Co-ViD 19 nei Servizi delle Dipendenze, giugno 2020 “Questa rapida indagine (…) dà un quadro della flessibilità e resilienza che ha caratterizzato i servizi in questo periodo eccezionale. Uno degli aspetti che gli operatori hanno messo in evidenza è la fattiva collaborazione all’interno delle singole équipe (“abbiamo operato con spirito di squadra”) … Allo stesso tempo i consumatori di sostanze hanno mostrato notevoli capacità di responsabilizzazione e di adattamento, adeguandosi di buon grado alle misure imposte e mantenendo comportamenti corretti”

“lavorare in una prospettiva della dipendenza più ampia, che possa considerare l’individuo non solo come “paziente”, ma come persona nella globalità della propria condizione di vita e di salute”

L. Pasqualotto ICF – Dipendenze